Non
sono pochi i musei minori in Emilia-Romagna; sono sempre più numerosi
quelli dedicati all'archeologia. E tra questi ultimi già possiamo
individuare quelli specializzati, dedicati alla preistoria, all'epoca
romana o all'archeologia medioevale, accompagnati da esposizioni temporanee,
ora anche da aule didattiche, in cui il sapere archeologico viene decodificato
e metabolizzato a vantaggio di giovani e meno giovani visitatori. Qualcuno
certamente si chiederà se tutto ciò non sia eccessivo, non
disperda risorse, non risponda più a esigenze di campanile che
a criteri scientifici. Possiamo rispondere senza esitazioni che non è
così, che tali strategie di comunicazione si rivelano produttive,
che godono pertanto della nostra piena approvazione.
Non sono, infatti, solo l'esito di ricerche sistematiche, di un antico
collezionismo, di vecchie raccolte. Derivano dall'attenzione dedicata
anche ai più modesti segni giunti sino a noi da remote stagioni,
da ricerche di superficie, da concentrazione di eventuali ritrovamenti
fortuiti, fucina di nuove leve per l'archeologia.
Tale si propone di diventare anche l'Aula Didattica aperta a Solarolo,
che pur con il poco materiale a disposizione, di provenienza locale,
presenta un racconto illustrato di come si viveva nell'agro faentino
nell'antichità.
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