CORSO SUL CINEMA

introduzione al linguaggio filmico

tratto da: “La grande rapina al treno” (Edwin Stanton Porter, 1903)
2010 - A cura di Luciano Piazza, con la collaborazione di Silvia Lombardi
Approfondimenti su Wikipedia: il regista, il film
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IL CINEMA DELLE ORIGINI
il trasparente e l'illusione del movimento
il punto di vista si muove: la mdp si sposta per seguire i personaggi

Con questo film si aprì un nuovo capitolo, quello della cosiddetta scuola americana, che caratterizzò il Cinema delle origini insieme a quella francese e inglese. “La grande rapina al treno” di Porter, considerato il primo film western della storia, introduce un’importante novità sul piano dell’immagine e del movimento, problema centrale nell’ambito del linguaggio filmico, che viene affrontato con due tecniche diverse.

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La prima è ancora legata al trucco, all’effetto speciale, all’illusione; nell’inquadratura interna al vagone si fa vedere sullo sfondo il paesaggio che scorre e l’impressione è quella del treno in corsa anche se in realtà siamo in uno studio, in un teatro di posa e quello che vediamo sullo sfondo è uno schermo cinematografico dietro al quale vengono proiettate delle immagini precedentemente riprese. Questa tecnica, detta del “trasparente” e utilizzata ogniqualvolta si vuol far muovere un corpo in uno sfondo difficilmente gestibile, è stata via via sostituita dalla grafica digitale computerizzata.

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In “La grande rapina sul treno” viene introdotto un secondo e veramente innovativo modo di riprendere il movimento sulla scena: per la prima volta la mdp si muove per seguire il movimento dei personaggi, anche se in modo ancora incerto. Dopo che i rapinatori sono scesi dal treno con la refurtiva, la mdp li segue nel movimento di discesa lungo la scarpata che li porterà nel luogo dove sono nascosti i loro cavalli.

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