CORSO SUL CINEMA

introduzione al linguaggio filmico

tratto da: “Cabiria” (Giovanni Pastrone, 1911 – 19..?)
2010 - A cura di Luciano Piazza, con la collaborazione di Silvia Lombardi
Approfondimenti su Wikipedia: il regista, il film
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IL CINEMA DELLE ORIGINI
la profondità di campo utilizzata in funzione drammatica
il movimento di macchina aggiunge movimento alla scena

Il primissimo esempio di lungometraggio della storia del Cinema, girato a Torino nei primi anni ‘10, nasce come grande spettacolo, dilatato oltre che nella lunghezza anche nei luoghi, spesso impervi e difficili da raggiungere e con grandi scenografie. Un film italiano che ha cambiato la storia del Cinema; muto come tutti film prodotti fino alla fine degli anni ’20, con l’accompagnamento realizzato in sala e non appartenente alla pellicola stessa, ispirò i primi grandi Kolossal hollywoodiani. ( es. “Nascita di una nazione” - Griffith, 1915).

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Osserviamo come Pastrone usa la profondità di campo (distanza davanti e dietro al soggetto principale che appare nitida o a fuoco) per creare tensione drammatica: si vedono in lontananza i pirati fenici che si avvicinano alle nostre protagoniste, la piccola Cabiria e la sua nutrice; questo avvicinarsi, lento ma inesorabile, crea suspense nello spettatore.

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Seguono le scene del mercato di Cartagine, dove Cabiria e la nutrice vengono vendute, in cui possiamo osservare come il movimento viene ottenuto in modo più deciso e sicuro rispetto a “La grande rapina al treno”. L’inquadratura oggettiva, che parte da un punto di vista lontano, non si avvicina mediante il montaggio, cioè l’unione di diverse inquadrature, ma con il movimento della mdp montata su “carrello”. Ovviamente in questo caso ci si avvicina per far vedere meglio l’azione e i personaggi, ma anche per costruire dinamismo e dare ritmo alla scena e non per seguire i personaggi.

Guarda la versione "virata" ( a colori).

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