CORSO SUL CINEMA

introduzione al linguaggio filmico

tratto da: “Quarto potere” (Orson Wells, 1941)
2010 - A cura di Luciano Piazza, con la collaborazione di Silvia Lombardi
Approfondimenti su Wikipedia: il regista, il film
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LA COMPOSIZIONE DELL'INQUADRATURA
la grandezza e la relazione tra le figure dell'inquadratura

Il clip è tratto da uno dei grandi classici del cinema americano: “Quarto potere”, realizzato da O. Wells, poco più che ventenne e genio della cinematografia. Il film è una metafora sul potere dei mezzi di comunicazione di massa nelle moderne società contemporanee. Lo spezzone proposto ci permette di esaminare gli elementi che stanno dentro l’inquadratura e i reciproci rapporti.

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Quello che immediatamente s’impone è la duplicità, il carattere doppio e multiplo del personaggio, Charles Foster Kane, che dà vita ad una carriera, prima in qualità di magnate della stampa, poi di uomo politico. Quello che spicca nell’inquadratura è il confronto fra le due figure del cittadino Kane interpretato dallo stesso O. Wells: quella enorme del maxi manifesto sullo sfondo, che rappresenta la dimensione pubblica e quella più piccola ed esigua sul podio, che invece mostra la dimensione privata del personaggio in carne ed ossa. Quindi si viene a creare un forte contrasto fra l’immagine pubblica del Kane e il suo carattere molto più esiguo, contenuto e ridimensionato della realtà fisica.

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Chi conosce il film sa che i limiti e i difetti dell’uomo privato Kane lo porteranno ad un’interruzione della sua carriera e ad un suo fallimento complessivo esistenziale. Questo ci fa capire come possa essere strategicamente vincente utilizzare all’interno dell’inquadratura le forme e le dimensioni, mettendole in relazione fra loro e creando in questo modo dei “bisticci”, dei “contrappunti” fra le stesse, che vanno oltre ad una semplice descrizione della scena. In questo modo Orson Wells interpreta la situazione e non ci mostra solo il cittadino Kane che parla sullo sfondo dell’immagine del suo volto, ma ci dice anche quanto sia piccolo e limitato l’uomo concreto e reale. Tutto questo ci insegna che l’immagine cinematografica non si limita solo a descrivere e a denotare una situazione, ma è anche un’immagine che connota, cioè che interpreta e commenta la realtà per poi proporla allo spettatore.

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