CORSO SUL CINEMA

introduzione al linguaggio filmico

tratto da:“Via col vento ” (Victor Fleming, 1939)
2010 - A cura di Luciano Piazza, con la collaborazione di Silvia Lombardi
Approfondimenti su Wikipedia: il regista, il film
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LA COMPOSIZIONE DELL'INQUADRATURA
uso epsressivo del colore: il paesaggio utilizzato in funzione drammatica
il controluce

Pur essendo uno dei primi tentativi di realizzare film a colori, Fleming, nello stesso anno, dopo il Mago di Oz, realizzò “Via col vento” in cui, attraverso il colore, esprime delle sensazioni straordinarie sui personaggi. Il filmato si riferisce alla celeberrima scena del giuramento di Rossella (a metà del film durante la Guerra di Secessione; il Sud è stato sconfitto, è stato distrutto e sta ancora bruciando).

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Osservando il filmato, concentriamoci sul cielo: in profondità di campo, sullo sfondo, i bagliori ci fanno capire che l’incendio è ancora attivo e che Atlanta sta bruciando. I colori ci mostrano un tramonto non realistico ma esasperato dai colori carichi, quasi pittorico più che cinematografico, che esprime lo stato d’animo della protagonista, che vede distrutto, bruciato il mondo in cui ha sempre vissuto, per cui ha combattuto e di cui rimangono soltanto gli scheletri.

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Osserviamo anche un confronto tra il colore e le ombre, il controluce che riproduce la silhouette di Rossella che è ridotta ad un’ombra su questo cielo incandescente. In questo modo, Fleming ha voluto dire che il personaggio, diventando un’ombra, perde quei tratti che lo caratterizzano, perde il suo volto e quindi perde la sua identità, il suo background e la sua storia personale.

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La vicenda personale di Rossella diventa emblematica: l’immagine di Rossella diventa l’immagine di un mondo che è stato costretto dalle sorti negative della guerra a cibarsi delle radici. Contemporaneamente rimane l’emblematicità del giuramento finale: < ... giuro che non arriverò mai più a mangiare la terra, giuro che risorgerò>.

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