CORSO SUL CINEMA

introduzione al linguaggio filmico

tratto da: “Il mago di Oz ” (Victor Fleming, 1939)
2010 - A cura di Luciano Piazza, con la collaborazione di Silvia Lombardi
Approfondimenti su Wikipedia: il regista, il film
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LA COMPOSIZIONE DELL'INQUADRATURA
l'uso espressivo del colore

Tra gli elementi costitutivi dell’inquadratura, oltre al rapporto tra le forme e le figure, tra le luci e le ombre, c’è anche il colore. Il filmato analizzato è tratto dal primo film a colori hollywoodiano, “Il Mago di Oz”. La scena presa in esame è quella in cui il film da bianco e nero diventa a colori; è la scena in cui Dorothy passa dalla realtà della provincia americana, che le sta assolutamente stretta, ad una dimensione fantastica e fiabesca.

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Dopo essere stata trasportata ed essere atterrata in questo mondo di fiaba con tutta la sua casa, si avvicina con curiosità e timidezza alla porta; la scena è ancora in bianco e nero, ma appena Dorothy inizia ad aprira la porta ecco che la scena inizia pallidamente e lentamente a colorarsi, anticipando la scena successiva in cui Dorothy apre la porta e appare in tutto il suo splendore cromatico il fantastico mondo di Oz in cui la protagonista è appena precipitata.

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Risulta evidente il valore espressivo/connotativo del colore che non non si limita a descrivere/denotare la realtà. Quindi diciamo che in questo contesto il bianco e nero è associato alla realtà, mentre il colore è la tinta del mondo nuovo, possibile, prima esclusivamente immaginato. Questo film è un po’ una metafora del Cinema che temeva di utilizzare il colore perché ritenuto “minaccioso”, così nuovo, strano e orribile come molti temevano che fosse.

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