CORSO SUL CINEMA

introduzione al linguaggio filmico

tratto da: “La ragazza e la sua buona fede” (David Griffith, 1912)
2010 - A cura di Luciano Piazza, con la collaborazione di Silvia Lombardi
Approfondimenti su Wikipedia: il regista
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IL MONTAGGIO
il montaggio alternato

Introduciamo l’argomento con un vecchio filmino di Griffith, uno dei principali artefici del cinema hollywoodiano. Il Cinema degli albori si spostò da Broadway, dove si produceva nei teatri, a Hollywood diventando un’industria. Griffith, appunto, contribuì a standardizzare tutta una serie di strategie e di tecniche del linguaggio cinematografico, dall’inquadratura al montaggio.

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In questo filmino si vede un esempio di “montaggio alternato”, cioè una sequenza di azioni e di luoghi che lo spettatore ha la possibilità di collegare e comunque di mettere in relazione. Nello specifico l’immagine ci mostra un rapimento da parte di un gruppo di fuorilegge che a bordo di un carrello ferroviario stanno portando via l’ostaggio; alternata alla precedente inquadratura, la sequenza ci mostra una locomotiva che si muove nella stessa direzione in cui si muove il carrello, cioè da sinistra verso destra.

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L’alternanza dell’immagine del carrello con quella della locomotiva, che si muovono nella stessa direzione, porta immediatamente lo spettatore a metterle in relazione e a pensarle come contemporanee. Quindi, in generale, il montaggio alternato è costruito con l’alternanza di immagini di personaggi, di oggetti o di figure che compiono azioni percepite come contemporanee e che sono poi destinati ad incontrarsi o comunque a convergere. C’è una variante del montaggio alternato: il montaggio parallelo, che si differenzia dal primo perché, pur facendo pensare alla contemporaneità delle azioni, nel finale non prevede l’incontro o la convergenza.

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