Si osservi come si muovono le figure sulla banchina della stazione: alcune di esse si avvicinano in modo marcato alla macchina da presa, cioè all’occhio, allo sguardo dello spettatore. Si nota in particolare che una signora in prossimità della mdp abbassa lo sguardo ed evita volontariamente di guardarla; ciò significa che la signora è stata preventivamente avvertita della ripresa e invitata a non guardare la mdp per far sì che lo spettatore non si accorga della presenza della macchina. Tutto questo ci dice che esisteva un vero e proprio tabù per la cinematografia: non bisogna assolutamente guardare la macchina da presa perché tutto deve sembrare assolutamente vero.
Se pensiamo ancora al filmato dell’uscita degli operai, possiamo notare come questi ultimi non fossero vestiti da operai; molto probabilmente erano stati avvertiti che sarebbero stati ripresi dal “Cinema” e quindi è molto verosimile che si siano vestiti per l’occasione. Possiamo constatare che ci sia già all’interno del Cinema un certo grado di finzione, anche se vuole limitarsi a riprodurre il reale: noi recitiamo il nostro ruolo quotidiano, però lo facciamo in modo che lo spettatore possa considerare tutto questo come assolutamente naturale e oggettivo. Guardare la mdp avrebbe significato rivelare il trucco, rivelare la messa in scena.
Questo è forse il filmato più famoso della produzione Lumiére perché quando fu proiettato produsse un vero e proprio terremoto in sala. Gli spettatori temevano che il treno potesse fuoriuscire dallo schermo e investirli. Ovviamente la paura nasceva dal senso di profondità e dalla illusione di realtà che il filmino induceva nello spettatore.
Bisogna notare che relativamente a questi primi filmati non possiamo parlare di personaggi ma solo di persone o figure perché ancora non ci sono attori veri e propri che interpretano. Occorre aggiungere che non si può parlare ancora di sceneggiatura, con scrittura preventiva delle battute, ma sicuramente esisteva una progettazione.