CORSO SUL CINEMA

introduzione al linguaggio filmico

tratto da:“Le notti bianche ” (Luchino Visconti, 1957)
2010 - A cura di Luciano Piazza, con la collaborazione di Silvia Lombardi
Approfondimenti su Wikipedia: il regista, il film
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LA COMPOSIZIONE DELL'INQUADRATURA
l'uso espressivo delle ombre

Analizziamo un‘opera degli anni ’50, del grande regista italiano Luchino Visconti, il cui protagonista è un uomo follemente innamorato, ma non corrisposto, di una donna che invece insegue i suoi fantasmi e si dice innamorata di un altro uomo che in realtà non esiste, immaginario. La scena ci propone un’alternanza di momenti completamente avvolti dall’oscurità ad altri in cui la scena è illuminata, tant’è che si possono distinguere anche le ombre proiettate sulla superficie. L’effetto derivante da questo gioco di luci e di ombre è quello innanzitutto di svolgere un compito di drammatizzazione della scena, che è già intensa sul piano delle emozioni e dei sentimenti espressi dai personaggi, e che il regista, con questa scelta, rende ancora più intensa. Con le luci e le ombre il registra, inoltre, “disegna” ed esprime i contorni dell’inquietudine profonda che pervade entrambi i personaggi.

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Un secondo effetto, derivante da questa alternanza di luminosità, è quello di creare dinamismo all’interno della scena, di aggiungere ritmo alla scena stessa, impedendo di percepire l’immobilità di una lunga inquadratura fissa. Anche in questo caso evidenziamo come molti elementi inseriti nella scena svolgano una funzione che non è solo quella di semplice sfondo ma aggiungono anche un ulteriore peso espressivo.

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