Una
volta che un manufatto sia stato recuperato e la sua provenienza documentata,
deve essere numerato, e il numero sarà riportato in un catalogo.
Il lavoro di scavo viene documentato giorno per giorno in un giornale
di scavo o su schede prestampate. I manufatti possono essere asportati
e analizzati in un altro momento, mentre le strutture devono essere lasciate
in situ o distrutti per permettere la prosecuzione dello scavo, è
necessario perciò, documentare le componenti della stratificazione
oltre che con una descrizione precisa, anche con buone fotografie prese
dall'alto. I giornali di scavo, i disegni in scala, le fotografie e
il materiale informatico, insieme ai manufatti, alle ossa, ai resti
vegetali recuperati, costituiscono l'insieme della documentazione dello
scavo.
Il trattamento dei materiali nel laboratorio sul campo è un'attività
specializzata, che richiede un' attenta pianificazione e organizzazione.
E' necessaria una attenta pulitura del reperto, ma non sulla totale superficie,
in effetti si è riscontrato che nel vasellame, per esempio, si
conservano spesso residui di cibo e che negli strumenti in pietra si conservano
resti di sangue. La maggior parte dei reperti debbono essere puliti almeno
parzialmente perché sia possibile suddividerli e classificarli.
La prima suddivisione si compie in categorie molto ampie, ad esempio strumenti
in pietra, ceramica, metalli etc. Queste categorie devono essere poi ulteriormente
suddivise o classificate, in maniera tale da creare gruppi omogenei più agevoli
da analizzare in tempi successivi. La classificazione viene comunemente
fatta sulla base di tre tipi di attributi o caratteristiche: 1. caratteristiche
della superficie (inclusi la decorazione e il colore); 2. caratteristiche
della forma (dimensione e forma vera e propria); 3. caratteristiche
tecnologiche (principalmente la materia prima). I materiali che mostrano
possedere caratteristiche tra loro simili sono raggruppati in tipi,
da qui deriva il termine tipologia, che delinea la creazione di tali
tipi.