Lo
studio dei reperti ossei realizzato per le faune del Monte Castellaccio
di Imola ha fornito molti dati per ricostruire le finalità dell'allevamento
degli animali dell'Età del Bronzo.
Qui i bovini sono gli animali più rappresentati, utilizzati principalmente
nei lavori agricoli, per il traino dell'aratro e per trasportare masserizie
sui carri, che da questo momento fanno la loro comparsa in Italia.
Erano presenti anche le pecore e le capre, allevate per la carne, per
la lana e il latte.
I maiali trovavano abbondanza di cibo sia nei querceti della zona sia
rovistando tra i rifiuti che gli stessi uomini gettavano nei pressi del
villaggio; erano animali di medie dimensioni e venivano allevati per
la carne. Più
rari erano i cavalli, utilizzati per la trazione o la cavalcatura, ma
raramente per il consumo di carne. Nell'Età del Bronzo e anche
nell'Età del Ferro, il cavallo diventa infatti un animale pregiato,
destinato solo alle personalità più importanti della
comunità.
La presenza dei cani è ben documentata: erano animali di media
taglia che potevano dare un valido aiuto ai pastori e durante la caccia. |
Oltre
all'agricoltura e all'allevamento era praticata la raccolta dei frutti
spontanei come nocciole e ghiande, bacche e semi. Anche la caccia era
praticata soprattutto nei confronti dei cinghiali, così dannosi
per l'agricoltura, e dei cervi che potevano fornire molta carne. Un'attività
collaterale alla caccia era la raccolta dei palchi di cervo che procurava
un ottimo materiale da cui ricavare un'infinità di oggetti utili
per l'agricoltura e le attività domestiche.
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